I precedenti delle gare di oggi: 8 giugno
Polonia-Grecia
Otto trasferte in Polonia, per la Grecia, e altrettante sconfitte. Viatico non confortante, in vista dell’esordio nell’Europeo che i polacchi ospitano insieme all’Ucraina. In molti però ricorderanno la gara d’apertura di otto anni fa, quando la stessa Grecia si impose in Portogallo, per poi arrivare addirittura a vincere il titolo bissando il successo in finale, sempre contro i lusitani. Se il tecnico degli ellenici, Fernando Santos, cerca conforto dai numeri, quel precedente è l’unico che possa regalargliene. Nonostante negli ultimi decenni la sua squadra abbia colmato il gap di competitività dalla Polonia, a tratti ribaltando la situazione, resta il fatto che ad Atene e dintorni non festeggiano una vittoria dall’aprile del 1987, quando una rete del bomber storico del Panathinaikos, Dimitris Saravakos, firmò un successo utile solo a guadagnare il secondo posto nel girone di qualificazione a Euro 88, alle spalle dell’irraggiungibile Olanda di Gullit e Van Basten. Da allora sconfitte, un paio di pareggi senza reti, e solo un gol, nell’amichevole persa in casa nel 1990. Alla Polonia farà certamente più piacere ricordare il doppio confronto nelle qualificazioni per il mondiale messicano del 1986. Gli ultimi lampi di una squadra all’apice della sua storia calcistica, guidata da campioni quali Boniek e Smolarek, accecarono sia a Zabrze che ad Atene una Grecia viceversa ai minimi, sopravanzata in classifica anche dall’Albania.
Russia-Rep.Ceca
Mai una sfida amichevole, per Russia e Repubblica Ceca, che dalla loro nascita in seguito alla dissoluzione di Unione Sovietica e Cecoslovacchia hanno incrociato i tacchetti in un’unica occasione, proprio nella fase finale di un Europeo. Parliamo del 1996, ed è una gara che riapre vecchie ferite agli italiani. Le due squadre arrivano allo scontro diretto, nell’ultima giornata del girone, con animi opposti. I cechi hanno il morale a mille dopo la bella vittoria contro l’Italia, che li ha rilanciati in chiave qualificazione. I russi, invece, dopo aver perso con gli azzurri hanno rimediato un’altra sconfitta con la Germania e sono virtualmente fuori dai giochi. Eppure, dopo essere andati sotto di due gol, hanno un moto d’orgoglio ribaltando tutto nella ripresa. La rete del centravanti del Werder Brema, Beschastnykh, che firma il tre a due a cinque minuti dal termine, qualificherebbe l’Italia, ma proprio in extremis arriva il tre a tre decisivo. Lo firma il giovane Šmicer, che dimostra fin da quella sera la sua affinità col campo di Anfield Road, sul quale scriverà pagine importanti nella storia del Liverpool. Sono tante, invece, le sfide tra URSS e Cecoslovacchia. La più importante sempre in un Campionato Europeo, anzi, nel primo in assoluto, quello del 1960. I sovietici hanno nettamente la meglio per tre a zero, involandosi verso la finalissima poi vinta contro la Jugoslavia. Poi un paio di sfide in sede di qualificazione. In quelle per l’Europeo del 1976 i cecoslovacchi si vendicano, battendo ed eliminando l’Unione Sovietica, che per la prima volta non arriva alle semifinali. È un successo significativo, anche perché grazie a quello la Cecoslovacchia partirà verso la conquista del titolo, arrivato grazie al rigore a “cucchiaio” di Panenka. Gli unici precedenti “mondiali” risalgono invece alle qualificazioni per Spagna 82. I sovietici destano una grande impressione, dominando il girone e lasciando le briciole alle avversarie. La Cecoslovacchia riesce a evitare la sconfitta casalinga all’ultimo turno grazie alla rete del difensore Vojáček, al suo unico centro con la maglia della nazionale. Un gol essenziale per mettersi alle spalle il Galles, per differenza reti, e ottenere il pass per la fase finale.