I precedenti di Germania-Italia
Ancora Italia-Germania, per sempre Italia-Germania. Non avrà il fascino della semifinale dell’Azteca, della finalissima “mundial” di Madrid o dell’undici contro tutti di Dortmund, ma sarà certamente una gara da ricordare. Inutile, ma troppo bello, scrivere delle braccia al cielo di Rivera che, pochi istanti dopo aver commesso l’errore costato la rete di Müller, va a segnare in prima persona il quattro a tre che vale la finalissima. O gli urli di Tardelli e Grosso. Di rabbia il primo, con la consapevolezza di aver raggiunto un traguardo che due settimane prima solo un folle, o solo Bearzot, poteva immaginare. Di incredulità, quello di Grosso, incredulo lui, increduli i compagni e gli oltre sessantamila del Westfalenstadion, che sognavano di fare un sol boccone degli azzurri, nello stadio che fino a quel momento era sempre stato il portafortuna tedesco. Queste immagini saranno state riproposte centinaia di volte, in questi giorni, e ancora lo saranno nelle ore che precedono la partita. I tedeschi sono i più in forma del torneo e sono i favoriti. Eppure ci temono più di quanto noi temiamo loro. Fanno bene, ma ricordiamo anche che qualche volta, a sorridere, sono stati loro, anche se non si trattava di eliminazione diretta. A cominciare dal 1962, anno del primo confronto ufficiale, nel girone eliminatorio del mondiale cileno. Anonimo zero a zero che sembra andare bene, per una nazionale italiana che in quegli anni è al suo livello più basso di competitività. Lo dimostrerà pochi giorni dopo, facendosi buttare fuori a calci e pugni, oltre che con due gol al passivo, dai cileni, padroni di casa ben poco ospitali, grazie anche alla complicità dell’arbitro. Una situazione simile si verifica nel 1996, quando l’Italia di Sacchi, entusiasmante all’esordio con la Russia, si va poi a suicidare sportivamente con la Repubblica Ceca. Bisogna battere la Germania alla terza giornata e in campo è dominio azzurro, ma Zola sbaglia un calcio di rigore e si torna a casa con tanti rimpianti, per una squadra che sembrava più forte della finalista mondiale di due anni prima. La Germania, prima, proseguirà senza intoppi fino a vincere il titolo europeo proprio contro i cechi, giusto per aumentare la nostra sensazione di occasione persa. Ecco, Italia-Germania, agli europei, non è sinonimo di gioia. Anche nel 1988, a Düsseldorf, finisce in parità. Mancini segna per primo, per poi fare il Balotelli correndo sotto la tribuna stampa per togliersi qualche sassolino, senza il Bonucci di turno pronto a tappargli la bocca. Poco dopo pareggia Brehme, per l’uno a uno finale. Passeranno entrambe, per poi uscire insieme in semifinale. C’è poi un altro precedente mondiale, positivo per noi, anche se meno esaltante degli altri. La brillante e giovane Italia di Bearzot, che nel 1978 stupisce il mondo rubando il primo posto al primo turno ai padroni di casa argentini, esordisce nel girone di semifinale con un pareggio a reti bianche contro la Germania Ovest campione in carica. Poi batterà l’Austria, ma cederà all’Olanda, accontentandosi del secondo posto e della finale di consolazione. Imbattuti in gare ufficiali dunque, e imbattuti in amichevole dal 1995. L’ultima gioia tedesca risale al torneo organizzato dalla Svizzera per il centenario della sua federazione. Thomas Helmer, difensore del Bayern, apre le marcature dopo tre minuti e l’autogol di Maldini, poco dopo la mezzora, chiude i conti. Da allora altri tre incontri amichevoli, con due vittorie azzurre e un pareggio. Degno di nota il quattro a uno di Firenze nel marzo del 2006. Vanno a segno Gilardino, Toni, De Rossi e Del Piero, prima che Robert Huth accorci nel finale. Dopo quella serata i tedeschi sperano di non ritrovarsi di fronte agli azzurri, nel loro mondiale. Purtroppo per loro ci sarà la semifinale di Dortmund. Sempre a Dortmund, i tedeschi cercheranno la rivincita nel febbraio del 2011, in quello che è l’unico confronto tra Prandelli e Löw. Niente vendetta, in quel caso, perché a Klose, a segno dopo un quarto d’ora, risponde Giuseppe Rossi a dieci minuti dal termine. Italia-Germania, dunque. Ennesima sfida tra due popoli così diversi da non essere mai d’accordo su nulla. L’accordo lo trovarono in un’unica occasione, la peggiore. Visti i risultati, meglio le rancorose sfide a mezzo stampa di questi giorni. Meglio giocarsela sul campo, e che vincano i migliori. Sperando che i migliori siano ancora una volta vestiti di azzurro.