Disfatta Italia, a Kiev finisce 4-0: la Spagna è campione d'Europa
Temperatura gradevole, ambiente gioioso sugli spalti. Da una parte e dall'altra. Perché una finale è un momento storico, da conservare nel cuore, al di là del risultato. A Kiev si gioca Italia-Spagna. Stadio pieno in ogni ordine di posto, adrenalina a mille. Voglia di portare a casa l'Europeo.
A partire forte è subito la Spagna, con Fabregas che intorno al 10' inventa per Xavi, bravo a confondere Chiellini e a calciare a botta sicura. Brividi per Buffon, palla alta. Sopra la traversa. Ma l'appuntamento con il gol, per gli iberici, soltanto rimandato. Di tre minuti. Fabregas parte dalla sinistra, si beve un Chiellini sottotono e confeziona un cross per Silva. Troppo invitate il pallone per non essere sfruttato dall'attaccante del Manchester City, il quale non deve far altro che spingere di testa e battere Buffon.
Chiellini non va e si vede. Spento, non in condizione. Prandelli se ne accorge e al 20' decide che è il turno di Federico Balzaretti. Con il difensore del Palermo gli azzurri acquisiscono inerzia sul fronte offensivo. Maggiore spinta a sinistra, più verve e anche attenzione dietro. Chi non gira invece è Antonio Cassano, timido e impacciato fino al 32', quando ci prova con un tiro dal limite dell'area. Troppo poco per impensierire Casillas. La Spagna è in partita, l'Italia già in mattinata sembrava un po' impaurita. Gli occhi della tigre appartenevano a pochi. Al 40' gli iberici in quattro tocchi si portano avanti, Jordi Alba riceve palla, si porta in avanti e a tu per tu con Buffon insacca il 2-0. L'ultima azione del primo tempo è una spuntata reazione italiana, affidata, al 40', ad un tiro di RIccardo Montolivo che Casillas blocca senza faticare più di tanto.
La ripresa racconta l'uscita di Cassano per Di Natale. Il capitano dell'Udinese mostra maggiore inerzia rispetto all'attaccante del Milan, ma non è mai decisivo. Al 55' Prandelli decide di schierare Thiago Motta per Montolivo. Ma la fortuna non sembra voler sorridere all'Italia. Il centrocampista del PSG infatti dopo pochi minuti di gioco esce dal campo per infortunio. Gli azzurri sono in dieci, si fanno male pure Balzaretti e Abate, che restano in campo. Non è serata. La squadra appare scarica, senza quel mordente che l'aveva contraddistinta contro l'Inghilterra. Peggior finale non potrebbe esserci, la Spagna chiude il match con Fernando Torres che da pochi metri fredda Buffon e dopo poco appoggia per Mata, pronto a porre fine ai giochi con un mesto 4-0. Tra le lacrime della panchina. Quel che resta di un'Italia a cui nessuno dava credito ma che è arrivata in finale con le proprie forze è un gruppo unito e compatto, che saprà reagire al meglio. Che ha onorato l'Europeo sino alla fine. Grazie lo stesso, ragazzi. E grazie anche a Cesare Prandelli, al di là di qualche scelta - oggi - discutibile. Perché se il popolo italiano s'è innamorato di nuovo della propria squadra, il merito è soprattutto del commissario tecnico, bravo a far dimenticare l'ultima era Lippi. Da questa debacle bisogna ripartire, più forti di tutto, con l'azzurro nel cuore.