Le squadre dell'Europeo: Gruppo A

Le squadre dell'Europeo: Gruppo ATUTTOmercatoWEB.com
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domenica 3 giugno 2012, 08:00News
di Sergio Pastena
A pochi giorni dall'inizio del torneo analizziamo i gironi: partiamo dal primo, tra i più equilibrati

POLONIA
Commissario Tecnico: Franciszek Zmuda
Miglior piazzamento agli Europei: Primo Turno (2008)


I polacchi, nel calcio, una loro storia ce l’hanno: non hanno mai vinto niente, ma la gloriosa epoca di Lato li vide arrivare al terzo posto in due mondiali, nel 1974 e nel 1982. Sempre nel segno del centravanti pelato un oro e un argento olimpico nel 1972 e nel 1976: accanto a lui interpreti d’eccezione come Zmuda, Deyna, Szarmach e Boniek. Eppure, per quanto possa sembrare strano, anche in quei tempi di vacche grasse la Polonia agli Europei non è mai riuscita a combinare il resto di niente, anche perché ebbe la sfortuna di trovarsi per ben due volte davanti nelle qualificazioni l’Olanda del calcio totale.
Passati i tempi d’oro, i biancorossi hanno continuato a collezionare eliminazioni nella fase preliminare fino al 2008, con una qualificazione ottenuta sul filo di lana in un girone equilibratissimo. Combinarono ben poco, nell’Europeo austro-svizzero: solo un pareggio contro la modesta Austria, quanto basta per dare la soddisfazione al quasi 40enne Vastic di mettere la firma sull’unico punto dei padroni di casa e vincere una fornitura di birra a vita.
Ecco perché, anche se il girone che gli è capitato non è di quelli impossibili e hanno il vantaggio del fattore campo, è meglio non sbilanciarsi troppo sui polacchi. Le amichevoli di preparazione non hanno generato disastri, ma neanche capolavori: un pareggio col Portogallo e due vittorie stentate contro Lettonia e Serbia. Tanto da lavorare per il CT Zmuda, che nelle ultime partite ha puntato forte sul “blocco tedesco”: oltre un terzo dei convocati (8 su 23) gioca in Germania ma c’è spazio anche per tre “italiani” come Boruc, Glik e Augustyn. Quanto basta per sperare di passare il girone, forse non per superare lo scoglio dei quarti, nei quali affronterebbero una delle qualificate del terribile gruppo B.


GRECIA
Commissario Tecnico: Fernando Santos
Miglior piazzamento agli Europei: Campione (2004)


L’imperatore Rehhagel non c’è più. L’allenatore tedesco che condusse i greci alla storica vittoria negli Europei del 2004 e alla qualificazione a quelli successivi e ai Mondiali del 2010, dopo dieci anni sulla panchina ellenica ha deciso di lasciare, salutato com’è giusto che sia come un eroe. Il timore era per il dopo, a partire da un gruppo di qualificazione magari non insuperabile ma, certamente, da prendere con le molle in un periodo di transizione. Invece gli uomini di Fernando Santos, uno che in carriera ha guidato tutte e tre le big portoghesi (Porto, Sporting e Benfica), hanno centrato l’obiettivo in maniera brillante, superando la Croazia nello scontro diretto della penultima giornata e concludendo senza sconfitte il girone.
Con queste premesse e con un girone all’apparenza non insuperabile, la speranza di fare qualcosa di buono c’è. I reduci dell’impresa del 2004 sono appena tre: Chalkias, all’epoca portiere di riserva, e la coppia di centrocampo del Panathinaikos formata da Katsouranis e Karagounis. Il primo giocò la finale contro il Portogallo, il secondo la saltò perché squalificato dopo un’ammonizione nella semifinale contro i cechi. Manca l’eroe di quella finale, Charisteas, che pure ha segnato il gol della qualificazione. Per il resto tantissime novità e, come nel 2004, tanta autarchia: all’epoca solo otto convocati giocavano all’estero, stavolta appena sei.
Squadra che lascia poco all’immaginazione, la Grecia: è tra quelle che hanno segnato e subito meno reti tra le qualificate. Il peso della manovra offensiva si regge principalmente sul tandem Gekas-Salpingidis, ma in realtà la manovra è corale sebbene non spettacolare, quindi può capitare tranquillamente che segnino centrocampisti e difensori. Ad esempio proprio un difensore, Kyriakos Papadopoulos, ha risolto l’ultima amichevole di preparazione contro l’Armenia, unica vittoria di un cammino pre-europeo non troppo confortante. In Grecia, però, c’è voglia: voglia di sorridere nonostante tutto ciò che sta accadendo e la crisi che devasta la nazione. E i giocatori greci questo lo sanno, quindi sarà bene non sottovalutarli.


RUSSIA
Commissario Tecnico: Dick Advocaat
Miglior piazzamento agli Europei: Semifinale (2008)


Dici Russia e il pensiero vola all’Unione Sovietica, quella CCCP durissima da battere che vinse il primo campionato europeo. In realtà la Russia di oggi ha ben poco a che vedere con quella nazionale arcigna, solida, ben dotata tecnicamente ma dal gioco tutt’altro che spumeggiante. Oggi i russi, come si è visto chiaramente contro l’Italia, hanno sviluppato un gioco spettacolare, fatto di ripartenze, sovrapposizioni e veli. Una squadra che, a volte, spesso raccoglie meno di quel che crea, come dimostrano alcuni risultati in fase di avvicinamento a questo campionato come lo 0-0 con la Lituania. Contro l’Italia, però, Arshavin e compagnia hanno fatto impazzire la nostra difesa  fino al 3-0 finale. Inoltre, sempre quest’anno, è arrivata una vittoria non semplice sul campo della Danimarca: decisamente un bel pre-europeo.
In attacco il nome più altisonante è quello di Pavlyuchenko, che pur andando a fiammate è stato il capocannoniere dei suoi nel girone di qualificazione, concluso davanti all’Irlanda di Trapattoni senza eccessivi problemi. Nelle ultime partite, però, Advocaat è sembrato orientato a puntare su Kerzhakov come partner d’attacco di Arshavin e l’intesa dei due, coppia d’attacco dello Zenit, si nota subito. Anche la difesa, tra l’altro, dà sicurezza, essendo stata tra le meno battute nelle fasi preliminari: solo quattro i gol subiti.
Una nazionale quasi tutta made in Russia, che ha solo due stranieri più il tecnico Advocaat, la cui impronta olandese è visibilissima sul gioco e continua l’opera di Guus Hiddink, che ha portato i russi ad un sorprendente terzo posto negli ultimi europei. Proprio per questo, se dovessimo puntare il classico euro bucato sulla favorita del gruppo A, non necessariamente questo andrebbe sui padroni di casa polacchi o su quell’eterna incompiuta che è la Repubblica Ceca: questa Russia sa far paura.


REPUBBLICA CECA
Commissario Tecnico: Michal Bìlek
Miglior piazzamento agli Europei: Finalista (1996)


La fortuna è cieca, con la I in mezzo. Se quella I non ci fosse stata, probabilmente questa squadra qualche titolo in bacheca ce l’avrebbe: una formazione che conta Nedved, Poborsky, Koller e Cech difficilmente resta a secco. E invece? Invece quello che resta dell’epoca d’oro di questa nazionale è una finale persa al golden goal negli Europei del 1996 e una sconfitta inaspettata in semifinale con i greci nel 2004, con il palo di Nikopolidis che ancora trema per il bolide di Rosicky.
Dopo quella botta, fortissima, i cechi han combinato pochino: primo turno ai Mondiali del 2006 e agli Europei del 2008 con clamorosa rimonta subita dai turchi, mentre al mondiale sudafricano nemmeno c’erano. Sorteggiati nel girone della Spagna nelle qualificazioni, han sudato sangue per rimanere davanti alla Scozia e, se sono qui, lo devono a un rigore a tempo scaduto di Kadlec che ha propiziato un pareggio preziosissimo a Glasgow. Poi gli spareggi, con l’abbinamento benedetto contro il Montenegro che ha permesso ai cechi di qualificarsi.
Insomma, le premesse non sono certo delle migliori, specie considerando che l’avvicinamento agli Europei è stato un pianto greco, con la sconfitta in casa con l’Ungheria a fare da ciliegina sulla torta dopo un discreto pareggio in Irlanda. Un ko allarmante, specie perché arrivato a pochi giorni dall’inizio della fase finale. Eppure... eppure gente come Cech, Rosicky e Baros non puoi mai darla per battuta in partenza: il calcio, in fondo, sa sempre come sorprendere.