I precedenti delle gare di oggi: 18 giugno
Italia-Irlanda
Il bilancio delle sfide tra Italia e Irlanda pende ancora nettamente a favore della prima, nonostante nelle ultime tre gare gli uomini di Trapattoni siano stati in grado di mantenere l’imbattibilità. Un grande risultato, se pensiamo che nei primi sei confronti tra queste due nazionali, gli azzurri hanno sempre avuto la meglio. Precisamente dalla prima amichevole, giocata nel 1926 a Torino, al doppio confronto nelle qualificazioni per l’Europeo del 1972, con l’Italia vice campione del mondo che si impose a Firenze e poi a Dublino, guidata dai gol di Boninsegna e Pierino Prati. Gli uomini di Valcareggi centreranno il primo posto nel girone, ma poi cederanno al Belgio nei quarti di finale. Solo dalla fine degli anni Ottanta l’Irlanda inizia a raggiungere livelli di competitività che le permettono di centrare la qualificazione alla fase finale dell’Euro 88 e i quarti di finale mondiali nel 1990, quando il loro cammino si interrompe proprio contro gli azzurri, vittoriosi grazie all’ennesimo gol di Totò Schillaci. È l’Irlanda di Jack Charlton, l’uomo in grado di trarre il massimo da giocatori non certo di qualità, però sempre capaci di lottare fino all’ultimo. Alla U.S. Cup del 1992, torneo utile a preparare i mondiali americani dell’anno dopo, le cose però non cambiano. Signori e Costacurta, su rigore, danno il successo agli uomini di Sacchi, che utilizza il torneo per provare volti nuovi che poi non vedranno più l’azzurro. Per tutti questi motivi, quando il sorteggio mette di fronte all’Italia, nella gara iniziale del primo turno di Usa 94, proprio gli irlandesi, per molti la gara sembra una formalità, l’ideale per iniziare col piede giusto e cominciare a pensare agli ottavi di finale. Invece l’Italia, che si affida in avanti alla coppia di pesi piuma formata da Baggio e Signori, non riesce a venire a capo della munita retroguardia avversaria. In un Giants Stadium a larga maggioranza colorato di verde, si consuma dunque il primo successo nella storia dell’Irlanda, grazie alla conclusione da fuori del piccolo centrocampista Ray Houghton. L’Italia riuscirà poi a venir fuori da quella situazione complicata, centrando la qualificazione e issandosi fino alla finale, ma da quel giorno gli irlandesi capiscono che battere i ben più titolati avversari non è un’impresa impossibile. Nell’agosto del 2005 la nazionale di Lippi centra in amichevole l’ultimo successo, un due a uno firmato da Pirlo e Gilardino, prima del gol della bandiera di Andy Reid. Poi due pareggi nel girone di qualificazione per i mondiali sudafricani del 2010. A Bari, con Pazzini espulso ingiustamente dopo tre minuti, Robbie Keane risponde a Iaquinta. A Dublino, al ritorno, sono i verdi ad andare due volte in vantaggio con Whelan e St Ledger, venendo sempre raggiunti, prima da Camoranesi e poi da Gilardino, al novantesimo. La seconda vittoria, sfumata in quell’occasione, è arrivata nello scorso giugno, nell’amichevole disputata in Belgio. Netto due a zero firmato da Andrews e Cox. Un successo benaugurante per Trapattoni, che sogna un altro sgambetto alla sua Italia.
Spagna-Croazia
Pochi i precedenti tra Spagna e Croazia, tutti in amichevole. La neonata nazionale a scacchi, alla sua nona partita dopo la scissione dalla Jugoslavia, si toglie lo sfizio di andare a vincere a Valencia per due a zero nel maggio del 1994, nonostante le Furie Rosse siano tutt’altro che arrendevoli, come dimostreranno arrivando fino ai quarti di finale dei mondiali, poche settimane dopo. Prosinečki e Šuker sono gli autori delle reti che valgono l’unico successo, a tutt’oggi, per la Croazia. Da allora due sconfitte e un pareggio. Nel 1999, a Siviglia, Šuker timbra ancora il cartellino, ma nella ripresa, dopo il pareggio di Engonga, arriva la rimonta spagnola firmata da Hierro su rigore e dalla meteora Dani García. L’anno dopo si rende la visita a Spalato, ma il punteggio finale è un anonimo zero a zero. Resta la sfida giocata a Ginevra nel giugno del 2006, ultima gara di preparazione in vista del mondiali tedeschi. Si impone la Spagna, nuovamente in rimonta. L’autogol di Pablo Ibáñez viene pareggiato da Mariano Pernía, terzino argentino all’esordio, dopo essere stato naturalizzato appena in tempo per il mondiale. A tempo scaduto, poi, ci pensa Fernando Torres a siglare il gol vittoria.