Le squadre dell'Europeo: Gruppo B
OLANDA
Commissario Tecnico: Bert van Marwijk
Miglior Piazzamento agli Europei: Campioni (1988)
L’Olanda, agli Europei, proprio non ha fortuna nei sorteggi: Francia e Repubblica Ceca nel 2000, Germania e Repubblica Ceca nel 2004, Francia e Italia nel 2008. Anche stavolta, per non smentirsi, gli orange hanno beccato il girone più difficile con Germania e Portogallo. Poco male, tanto prima o poi bisogna affrontarle tutte e, quando hai davanti gente come Van Persie, Robben e Huntelaar supportata da tale Snejder, non puoi certo permetterti il lusso di avere paura.
La finale degli ultimi Mondiali non ha fatto che confermare la costanza del calcio olandese, che dopo essersi ripreso alla grande dalla crisi del post-Cruyff si è sempre mantenuto su certi livelli, arrivando sempre nelle fasi finali dei grandi eventi con l’eccezione dei Mondiali del 2002. Anche stavolta gli olandesi partono tra le squadre coi favori del pronostico e non potrebbe essere altrimenti, visto il girone di qualificazione devastante: nove vittorie e una sola sconfitta, in Svezia a qualificazione già raggiunta, 37 gol segnati a fronte di 8 subiti.
Le amichevoli di avvicinamento, a dire il vero, hanno fornito riscontri più balbettanti: una sonora sberla in Germania e una clamorosa (e recente) sconfitta casalinga con la Bulgaria, intervallate da un bel colpo in Inghilterra. Risultati che, nonostante le successive vittorie contro Slovacchia e Nord Irlanda (ben sei gol), han fatto nascere qualche timore nel clan arancione. Una partita storta, però, può sempre capitare e, in quanto ai tedeschi, ci sarà sempre modo di restituirgli il favore nel girone.
GERMANIA
Commissario Tecnico: Joachim Low
Miglior Piazzamento agli Europei: Campioni (1972, 1980, 1996)
L’esordio internazionale della Germania avvenne oltre cent’anni fa, nel 1908 in Svizzera: sconfitta rocambolesca per 5-3. C’è da giurare che più di un tedesco, in questi decenni, leggendo quella statistica abbia pensato: “Non accadrà mai più”. Chissà cosa avrà pensato il 26 maggio, quando gli elvetici hanno rifilato ai panzer lo stesso identico punteggio. Corsi e ricorsi storici? Sarà... ma non faremmo troppo affidamento su quella partita, nè sul precedente ko contro la Francia.
I motivi sono semplici: la Germania attuale ha appena aperto un ciclo, se non altro a livello di mentalità. La squadra osservata agli ultimi Mondiali non ha vinto, ma ha rappresentato un esperimento unico nella storia tedesca, ovvero quello di una squadra giovane, veloce e divertente. Merito del lavoro del ct Low, dell’arsenale di campioni che ha a disposizione e della solidità teutonica che resta sotto a cementare il tutto. Ergo: i tedeschi nei momenti importanti difficilmente sbagliano, possono non vincere ma disastri non ne combinano. E poi dieci vittorie su dieci in qualificazione non si fanno per caso.
La batteria offensiva con Klose, Gomez, Podolski e Muller è ampiamente collaudata, la difesa una sicurezza e il centrocampo di rango. Quanto basta per avere fiducia anche se arrivano un paio di scoppole e mezza patria rammenta gli incubi del 2000 e del 2004. La prima, però, era una squadra da gerontomio con un Matthaeus quarantenne in campo, mentre la seconda era migliore ma pagò caro e amaro uno sciagurato pareggio con la Lettonia. Ricordi lontani, cancellati dai due secondi posti Europei e Mondiali ottenuti di recente: sempre sognando di battere la Spagna.
PORTOGALLO
Commissario Tecnico: Paulo Bento
Miglior Piazzamento agli Europei: Finalista (2004)
Chissà, forse se vincessero qualcosa non sarebbero più portoghesi. Questa nazionale, infatti, più di ogni altra è l’emblema dello spreco: non hanno vinto niente ai tempi di Eusebio, non ci sono riusciti neanche con Luis Figo, Rui Costa e un giovane Cristiano Ronaldo in campo, negli Europei che giocavano in casa e con la Grecia avversaria in finale. Quando vedi cose del genere non puoi fare a meno di pensare che “Questi qui non vinceranno mai”.
Ancora oltre: i portoghesi non hanno affatto brillato nel girone di qualificazione, restando dietro la Danimarca (che ritroveranno nel girone) e passando solo agli spareggi contro la Bosnia. Cinque vittorie, un pareggio e due sconfitte, oltre a un paio di mediocri pareggi in fase preparatoria, uno contro la Polonia e l’altro addirittura contro la Macedonia. Aggiungiamo il girone durissimo e si potrebbe dipingere il quadro della disperazione.
Qualcosa di positivo, però, c’è: i portoghesi spesso hanno perso perché erano un popolo di trequartisti, al punto da dover affidare per anni la finalizzazione a Nuno Gomes, non un ceppo ma neanche il terrore dei difensori. Ora, per una volta, c’è sostanza in fase realizzativa: Cristiano Ronaldo in otto anni è decisamente cresciuto, Nani e Postiga hanno dato il loro buon contributo nelle qualificazioni. La difesa, però, non incanta: ci vorrà l’impresa.
DANIMARCA
Commissario Tecnico: Morten Olsen
Miglior Piazzamento agli Europei: Campioni (1992)
Dopo vent’anni, ovviamente, non c’è più nessuno della squadra che fece l’impresa nel 1992: lo Schmeichel in porta è Kasper, figlio di Peter. Tuttavia i danesi non hanno dimenticato quel trionfo e sognano che qualcuno possa ripeterlo. Difficile, a dirla tutta. Vero è che Rommedahl e compagni hanno disputato un ottimo girone di qualificazione, passando davanti al Portogallo senza dover ricorrere agli spareggi, ma quando oltre ai portoghesi hai davanti anche Germania e Olanda diventa difficile per chiunque.
La marcia di avvicinamento dei nordici alla competizione è stata comprensibilmente difficile: le avversarie scelte, Russia e Brasile, non erano delle più semplici e sono arrivate due sconfitte. In chiusura, però, è arrivata una bella vittoria sull’Australia che restituisce un po’ di morale ai biancorossi. Inutile dire che la partita chiave sarà la seconda, quella contro il Portogallo: se non si vince quella, tutti a casa, mentre servirà un exploit contro una tra Olanda e Germania.
A guidare questa Danimarca, come sempre, c’è il CT Morten Olsen, in carica ormai dal 2000 e gloria del calcio danese. Le perplessità sui danesi si concentrano sulla fase offensiva, che non sembra entusiasmare: Rommehdal a 35 anni non è più un fulmine e l’ex Arsenal Bendtner è reduce da una stagione non esaltante col Sunderland. Meglio il centrocampo, buon mix con l’esperto Poulsen e il talentino Eriksen, difesa quasi tutta “straniera” che ha in Agger la garanzia e in Kjaer, Simon Poulsen e Jacobsen, da poco rientrato in Danimarca, gli altri titolari abituali.