Dove eravamo rimasti? Italia chiamata a un'impresa titanica riuscita solo alla grande Spagna
Millecinquantacinque giorni dopo, la Nazionale si ritrova a Coverciano per difendere il titolo conquistato a Wembley l'11 luglio 2021. Tre anni più tardi, dopo il secondo Mondiale consecutivo a cui nemmeno ha preso parte, scatta la missione di un'Italia chiamata al compito più difficile: vincere di nuovo, confermarsi al vertice del calcio europeo. Sarà complicatissimo, in 64 anni c'è riuscita solo la Spagna nel momento più alto della sua storia calcistica. Luciano Spalletti lo sa e nelle tante interviste rilasciate in questi giorni non ha mai parlato di obiettivo tangibile. "Vogliamo che gli italiani siano orgogliosi di questa Nazionale".
Dei 27 calciatori che oggi si presenteranno a Coverciano solo nove hanno conquistato il titolo tre anni fa. Una Nazionale profondamente rinnovata quella azzurra, una squadra che nel frattempo ha cambiato anche commissario tecnico. Non ci sono più Bonucci e Chiellini davanti alla difesa, Donnarumma tre anni dopo l'Europeo che lo proiettò nell'élite del calcio mondiale è il nuovo capitano. Barella e Chiesa sono i nuovi leader, Gianluca Scamacca (19 gol in stagione, ma al pari di Scalvini a disposizione del ct solo dalla prossima settimana) il centravanti chiamato a risolvere l'atavico problema del gol. C'è Jorginho all'ultimo giro di valzer, ci sono Fagioli e Ricci che assaporeranno la Nazionale A per poi diventare centrali nel progetto Spalletti a partire da settembre.
La lista dei 30 pre-convocati non ha creato chissà quali polemiche: Locatelli, Bonaventura e Politano gli esclusi da un gruppo che solo col gruppo può emergere in un Europeo che vedrà le grandi stelle vestire altre casacche. Decisamente più pesante l'assenza di Francesco Acerbi, difensore che alla vigilia del raduno ha alzato bandiera bianca a causa di una pubalgia.
Davanti a Donnarumma non ci sono più quei giocatori di esperienza che tre anni fa rappresentarono il vero punto di forza: ci sono ottimi giocatori, ma Bastoni, Scalvini, Calafiori o Buongiorno sono tutti al primo grande appuntamento con la maglia azzurra. I punti di riferimento sono principalmente in mezzo al campo, in quel centrocampo che al netto dell'assenza di Tonali (tornerà da settembre), resta il reparto migliore.
Scamacca sarà il centravanti, Chiesa si spera il nostro Sinner, Spalletti il vero fuoriclasse. Ma per puntare alle stelle servirà crescere e servirà farlo in fretta. Tre anni fa la Nazionale arrivò all'Europeo con una squadra forte, consolidata e in grande fiducia. Con una squadra che non perdeva da 27 partite, da quasi tre anni. Ora il quadro è molto diverso: l'Italia ha sofferto tantissimo contro l'Ucraina a Leverkusen per ritrovarsi di nuovo in Germania, a Wembley lo scorso ottobre ha toccato con mano la differenza tra la sua forza e quella di una delle favorite. Però Wembley è anche lo stadio dell'ultima grande favola azzurra, è lì a ricordare che tutto è possibile. Anche quando la cima della montagna da scalare nemmeno si intravede.