La prova del nove: da Svizzera-Italia dipende il giudizio sull'Europeo degli Azzurri
La tensione è tornata a salire, i dubbi sono tornati al centro dei pensieri di Luciano Spalletti. Chi schierare? Come affrontare una partita più difficile di quello che dice la storia? Non perdiamo contro la Svizzera dal 1993, eppure proprio gli elvetici ci hanno impedito di partecipare all'ultimo Mondiale in Qatar. L'abbiamo battuta nettamente tre anni fa all'inizio del cammino culminato col trionfo di Wembley, ma da allora tanto è cambiato. Per noi e per loro. Quella di domani sarà un'altra storia, soprattutto perché l'Italia fin qui ha reso al di sotto delle sue aspettative mentre la Svizzera ha 'rischiato' di mettere dietro la Germania al termine di un girone ben giocato.
L'Hemberg Stadion dopo il bagno di folla di mercoledì è tornato ad essere inaccessibile per tutti: per i tifosi, per i curiosi e per i giornalisti. Lontano da occhi indiscreti, l'Italia ha provato schemi e uomini per la partita di Berlino contro i ragazzi di Murat Yakin. Più gli schemi degli uomini: l'intenzione è quella di confermare la difesa a tre. Di confermare quel modulo che ha caratterizzato le amichevoli di marzo, che è stato riproposto contro la Bosnia e poi s'è rivisto lunedì, per la sfida contro la Croazia. Non sarà una gara semplice, sarà una partita da affrontare senza Riccardo Calafiori, forse il miglior giocatore degli azzurri dopo l'inarrivabile Gianluigi Donnarumma. Soprattutto, sarà una sfida in cui i migliori giocatori di questa Nazionale dovranno iniziare o tornare a essere decisivi. I nomi son presto fatti: Barella, Chiesa e Scamacca. E' da loro che Luciano Spalletti si aspetta di più, i giocatori da cui tutti si aspettano di più perché hanno i mezzi tecnici per farlo. Il rischio, non dovessero riuscirci, è quello di affondare sotto i colpi di una Svizzera compatta e intensa.
Questa nazionale elvetica è figlia di un 'patto'. Quella parola che ha mandato su tutte le furie Luciano Spalletti s'è rivelata la fortuna di Murat Yakin. Fino a novembre il commissario tecnico di Basilea era inviso a mezzo spogliatoio: non era da scartare l'ipotesi di un esonero. Poi però è arrivato il confronto con Granit Xhaka, capitano, simbolo e leader della Svizzera: 'Mister, dobbiamo passare alla difesa a tre'. E così è stato: la Svizzera in questo 2024 non ha mai perso collezionando tre vittorie e quattro pareggi. Sono numeri da non sottovalutare, è una gara più difficile di ciò che la storia racconta. Soprattutto, sarà la partita che determinerà il giudizio sul cammino degli azzurri: con la qualificazione ai quarti di finale, da giocare probabilmente contro l'Inghilterra, questa Italia avrebbe fatto il suo e tutto ciò che arriverebbe dopo sarebbe tanto di guadagnato. Al contrario, dovesse andare male domani, il giudizio dopo un girone superato per un gol al 98esimo sarebbe fortemente negativo. Spalletti lo sa bene: presto capiremo da che lato penderà la bilancia.