Marzo è alle porte e non c'è in Serie A un giocatore italiano in doppia cifra. Spalletti, sarà più difficile di tre anni fa
Federico Chiesa non riesce proprio a scrollarsi di dosso l'etichetta di calciatore talentuoso che potrebbe dare molto di più. Ha dalla sua qualità tecniche che oggi fatichi a trovare in un altro attaccante italiano, ma sono ormai lontani i tempi in cui raggiungeva regolarmente la doppia cifra. L'ha fatto per due volte alla Fiorentina, ci è riuscito nel primo anno juventino. Poi dopo l'Europeo vinto da protagonista è rapidamente precipitato in un tunnel da cui fatica a venir fuori. A fine febbraio è a sei gol realizzati, quattro dei quali arrivati nelle prime cinque giornate di campionato.
Il ruolo in cui gioca nelle ultime settimane è diventato uno dei grandi argomenti nazional-popolari attorno a cui dividersi. Domenica è uscito intorno all'ora di gioco a favore di Kenan Yildiz, attaccante turco 2005 con cui da ormai due mesi è perennemente in ballottaggio. Ed è uscito tra i fischi dei tifosi della Juve.
Il problema non è tanto il calo di Chiesa. Ma il fatto che l'attaccante classe 1997 dopo due anni e mezzo sottotono sia ancora il nostro fuoriclasse. Lo pensa in maniera abbastanza trasversale il tifoso medio, lo pensa soprattutto il nostro commissario tecnico, quel Luciano Spalletti che a metà novembre lo paragonò all'atleta più importante che oggi abbiamo in Italia: "Non è vero che noi non abbiamo un fuoriclasse come Sinner. Non lo abbiamo avuto nelle scorse partite, ma adesso è tornato: è Federico Chiesa". A leggerle oggi, a distanza di tre mesi, quelle dichiarazioni fanno ancora più effetto. Perché Sinner nel frattempo ha vinto un Australian Open, mentre Chiesa ha realizzato due gol in undici partite. Perché Sinner è oggi il numero 3 al mondo, Chiesa chissà se è tra i 30 migliori calciatori. Probabilmente no.
Però Chiesa, nonostante tutto, resta davvero il miglior calciatore che abbiamo. E questo deve farci riflettere soprattutto sul resto. Marzo è ormai alle porte e non c'è ancora in Serie A un calciatore italiano in doppia cifra: i migliori marcatori, con nove gol, sono fino a questo momento Domenico Berardi, Riccardo Orsolini e Andrea Pinamonti. A seguire il flaco Colpani e Bonaventura con sette, poi una lunga serie di calciatori a sei reti: Lucca, Politano e Scamacca. Retegui e Immobile. Oltre a Chiesa appunto, il calciatore che spera nella cura Spalletti per ritrovare strappi e fiducia. Gol e sorrisi.
Luciano Spalletti diramerà le convocazioni il prossimo 7 giugno, a otto giorni dall'esordio contro l'Albania. E tre giorni fa nel corso di una intervista alla 'Gazzetta dello Sport' ha dichiarato di voler vincere quell'Europeo e poi il Mondiale: "Poi possiamo uscire anche subito, ma i discorsi che faccio alla squadra sono quelli che si aspettano tutti gli italiani: noi si va in Germania per vincere, non per partecipare", ha detto.
Discorsi che è giusto fare, doverosi se guidi una Nazionale che ha nel suo palmares quattro Mondiali ed è campione d'Europa in carica. Discorsi che faceva anche Roberto Mancini, bravo poi nel 2021 a riuscire in una impresa che è comunque meno impresa di quella che servirebbe la prossima estate.
Perché allora c'era la coppia Chiellini-Bonucci nel momento più maturo della sua carriera, c'erano Verratti e Jorginho all'apice del loro rendimento. C'era un Immobile da venti gol in Serie A, un Insigne da 19 e un Chiesa da 14 reti in campionato. C'era una interminabile serie di risultati positivi che avevano preparato il terreno e portato alle stelle l'autostima del gruppo. Tra tre mesi, invece, tutte queste certezze non ci saranno. Ci sarà da costruire un'impresa in pochi giorni.