L'Italia dei Drupi

L'Italia dei DrupiTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 5 giugno 2012, 16:27Camera con WISLA
di Mattia Todisco
Piccoli e fragili alle porte dell'Europeo.

Quando Michel Platini aprì la busta che conteneva gli organizzatori dei campionati europei 2012, in molti pensavano che la scritta sul foglio recitasse “Italia”. C'erano invece Polonia e Ucraina, annunciate dal tracagnotto comandante in capo dell'Uefa, un transalpino con forti influenze italiche nel carattere e un cuore legato visceralmente ai piaceri della tavola tricolore. Un pizzico di Italia è rimasta nell'assegnazione del campionato continentale, affidando ai polacchi, grandi amanti della cultura nostrana, metà delle competenze. La vicinanza con lo Stato Pontificio e i tanti anni di papato di Wojtyla hanno ispirato una simpatia innata presso un popolo dalle forti radici cattoliche. Influenze ecclesiastiche e relative scritture sui miracoli non avranno purtroppo il potere di trasformare Andrea Barzagli in un moderno Lazzaro prima dei quarti di finale. Uno stiramento ha tolto temporaneamente di mezzo il nostro miglior difensore, ultima stagione alla mano, rimettendo in corsa l'escluso Astori e sancendo il De Profundis di un talento al crepuscolo come Ranocchia. L'Italia di Prandelli, in attesa del responso sul campo, ha dato inizio alla spedizione rendendo omaggio ad uno dei cantanti del belpaese più amati in Polonia. Da queste parti Drupi fa ancora sold out, alcuni fan locali hanno imparato l'idioma grazie a lui ed alle scuole di lingua straniera in cui la nostra cultura va per la maggiore. “Piccola e fragile” è l'inno calzante per una Nazionale ridotta come tante altre volte in passato. Piccola, nella statura fisica e morale, con una nidiata di folletti in attacco e un manipolo di indagati, chi epurato e chi no (la legge, notoriamente, non è uguale per tutti). Fragile, perché Barzagli quest'anno si è salvato da qualsiasi raffreddore e proprio adesso il suo fisico ha deciso di fermarsi. Lo stesso Chiellini tornerà in campo contro la Spagna con i postumi di un infortunio. Già di marcantoni non ne avevamo in abbondanza, ora per farsi largo bisognerà indossare le corazze o affidarsi ai colpi dei fiorettisti. Sarebbe una primizia, l'Italia del calcio che vince col ricamo prima ancora che nella lotta feroce. In fondo la Nazionale più bella resta sempre quella del '78. Risultato a parte.